domenica 24 marzo 2013

MALEDETTI TROLLS!

DISCLAIMER: POST FINANZIATO DA PD, PDL, LN, SEL.....(ETC. ETC.)


Sto vomitando questo post perché preso da un conato ormai impossibile da trattenere e arrivatomi questa mattina leggendo quell'enorme cazzata che è il blog di Grillo.
Pare che su internet, questa è la libertà della rete, si possa dire tutto ciò che si pensa: sbraitare, offendere e sfogarsi tanto per sentirsi migliori, per stare meglio. Così ha fatto Grillo nel suo post "Schizzi di merda digitali".
Bene. Allora anche la mia terapia comincia adesso, a commentare quel belligerante coglione che è Beppe Grillo, che stamattina ha scritto questo post osceno e offensivo in cui attacca chi scrive male di lui e del suo movimento.
L'argomento è interessante, e riguarda la battaglia infinita tra quelli che commentano i post di Beppe Grullo parlandone bene e chi invece gli fa delle critiche. La permalosità e la paranoia del comico genovese hanno raggiunto livelli impensabili e l'hanno convinto a scrivere un monologo (unica cosa che gli riesce fare) in cui con grande semplicità fa una grande distinzione:
- chi parla bene del Movimento 5 Stelle è un utente reale, onesto, che vuole il cambiamento.
- chi avanza delle critiche è un troll, un infiltrato pagato dal Pd, un fake, un nickname inesistente pagato profumatamente dalla casta. Uno schizzo di merda digitale.

Io, mentre scrivo questo post
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata una bellissima e azzeccata citazione dello stesso guru: Vaffanculo
La seconda cosa, forse un po' meno viscerale, è stata una domanda: ma possibile che proprio Grillo, ovvero colui che vorrebbe la democrazia del futuro su internet, si fidi così poco del suo portale? Che abbia l'ossessione che il suo blog, strumento di dialogo del cittadino, il futuro che avanza, sia infestato da bug, trolls e spammatori come in qualsiasi sito internet?
E su che base dice che chi scrive "ho votato il M5S ma mi sto pentendo" è un personaggio di fantasia? E' un falso?
E' così impossibile pensare che ci sia qualcuno (Dio non voglia, per carità) che abbia qualche dubbio sull'operato del Movimento? Che possa esprimere una sua idea (Grillo non voglia, per carità) senza esprimere adulazione e prostrazione? 
La risposta è sì. E tu, sì, tu, che hai scritto "non sono d'accordo" sei stato pagato dalla casta affinché scrivessi queste cose. Perché tu, anche se sei precario come noi del Movimento, tu, scrivi queste cose perché sei attaccato alla poltrona in parlamento (è veramente uno dei commenti che ho letto sul blog. Ma lo scrivono spesso).

Ah, e ovviamente non esistono fake fra quelli che idolatrano il Movimento. I fake sono solo gli "altri". E gli "altri" sono schizzi di merda digitali. Chi scrive bene del guru, invece, profuma di rose.



(p.s. ricordarsi ritenuta d'acconto su notula da presentare a (XXXBersXXXBerlXXXXVendXXMaroXXX)

venerdì 22 marzo 2013

LA MALA INFORMACIÓN!

Trovo alquanto illogico e irritante questo voler gettare fango addosso a tutta la stampa italiana senza operare alcuna distinzione. C'è questa enorme voglia di generalizzare e di additare tutti i giornalisti "contrari" al Movimento 5 Stelle come servi del PD e PDL. Quindi ogni notizia che apre con toni entusiastici è l'emblema della mala informazione, del servilismo più sfrenato e di una logica contorta volta a screditare il "guru" Grillo che, invece, è detentore della verità assoluta.


E' vero che molto spesso alcune dichiarazioni riportate sui giornali sono fuorvianti, che alcuni titoloni in prima pagina ci lasciano sgomenti. Ma bisogna anche considerare che tutto ciò rientra nel circolo vizioso e scorretto del mercato, che impone necessariamente che i giornali attirino clienti e che siano venduti sempre e comunque per far sì che l'editoria italiana sopravviva. I titoli sensazionalistici sono la diretta conseguenza di un mercato che non si può cambiare, e che costringe gioco-forza gli editori a fare marketing piuttosto che vera informazione.
Il tutto va di pari passo, però, anche con la scarsa volontà di noi italiani d'informarci veramente. Siamo noi i primi a non voler approfondire le notizie, ad accontentarci di leggere un titolo (che mai, mai, potrà riassumere un intero articolo) per placare la nostra fame di sapere. E' triste vivere l'informazione così, concordo, ma gli italiani dovrebbero sapersi muovere tra le notizie, attingere a fonti diverse e crearsi una propria idea.

Non ci dobbiamo affidare solamente a ciò che scrive l'Unità, o solo Libero, o La Repubblica o il Corriere della Sera, ma bisogna leggere la stessa notizia sui vari giornali. E compararle.
E allora, detto ciò, non si può urlare allo scandalo ogni volta che leggiamo un titolo che stravolge almeno in parte l'informazione. In un giornale online, per esempio, ogni visualizzazione, ogni click è essenziale: serve affinché il sito possa vendersi meglio agli inserzionisti; affinché possa vantare un numero di visualizzazioni e ottenere un maggiore sponsor. Nel dispersivo mondo virtuale è tristemente necessario cercare di puntare a un titolo accattivante che catturi l'attenzione dei lettori.




E' inutile e offensivo puntare sempre il dito contro qualunque informazione, soprattutto da parte di quei grillini (tanto per fare una distinzione) infervorati e che non accettano né critiche, né pareri contrari.

La soluzione non è fuggire l'informazione, sia essa veritiera o meno, e rifugiarsi in un blog altrettanto impreciso e partigiano nell'esporre le notizie. Il fulcro essenziale è proprio combattere la stampa districandovisi al suo interno, fra tutte le notizie, e imparando a decifrare quali sono gli elementi corretti e quelli sbagliati.

FISIMA NUMERO 123


Mi riaggancio ad un vecchio post (Leggi qui) per parlare di un argomento che mi tocca profondamente: le fisime.
Credo di essere arrivato alla numero 123 - per questo il titolo è così preciso - anche se per fortuna non ho l'ossessione di contarle tutte (anche perché altrimenti dovrei considerarla come una fisima, quindi sarei a 124, forse). Ad ogni modo, tutto è iniziato, ricorderete, con la paura del diventare sordo a causa del caos che circonda le nostre vite, dalla musica in macchina, alle discoteche, al traffico cittadino. Ma non basta, adesso ne sono arrivate altre, più fresche, direttamente dalla televisione e dal passaparola, in un attacco combinato.
Che poi, non la guardo nemmeno più la televisione (le temibili onde elettromagnetiche possono dominare la tua mente e costringerti a girare su Canale 5 proprio quando c'è Uomini e Donne), ma ecco che l'amico fidato, che la vede, ti si avvicina e magari ti dà anche una gomitata per far sì che tu gli presti tutta l'attenzione che merita. E ti fa: "Ma l'hai visto ieri alle Iene...?"
E parti subito male.


Da cosa, (cosa!!??) perdio, dovrei sfuggire stavolta? Stiamo bevendo acqua proveniente dai pozzi neri, le nostre case sono fatte di marzapane, gli alieni sono fra noi e lavorano da Mc Donald's? Parla, non farmi stare in pensiero.

E lui, l'amico, che certamente lo fa per difenderti, per darti quel consiglio che ti cambierà la vita per sempre, l'amico, dicevamo, alza gli occhi al cielo per controllare che un satellite su Giove non intercetti ciò che sta per dire e fa: "Hanno fatto vedere di uno che a forza di stare al cellulare gli è venuto un cancro. Giuro, stava solo 5 ore al giorno attaccato al cellulare e hanno fatto una prova: ha parlato due minuti al telefono e, oh!, il calore che emanava quell'aggeggio!"



Fotte sega. Io non ci sto così tanto.



Lui getta altre fiches, rilancia. "Ma anche a tenerlo in tasca, nel giubbotto, a contatto con la pelle, sulla mano".

(Esso ti vede. Il coso ti osserva e non vede l'ora di ammazzarti nel sonno, alla prossima chiamata. "Pronto, mamma? Perchè mi chiami? Ma allora mi vuoi morto!? Dimmelo, vuoi che muoro?")

La cosa non mi tange. Mi rimbalzano le fisime, non s'insinuano così facilmente dentro questa testa bucherellata. La fisima dev'essere subdola, si deve muovere con fare sinuoso, come una signorina. Mi manda due baci, mi circuisce e infine mi rivela la sua vera identità: "ti ho fottuto, piccolo bastardo! Adesso non ti liberi più di me. Vivremo sempre insieme, ti dirò cosa fare e cosa non fare. Sarò tua moglie dopo 30 anni di convivenza!"

Ma questa qui no, non attecchirà, non può funzionare. Non può essere indotta.
"E poi, amico", gli dico, con l'aria da Clint Eastwood nei panni dello scaltro cowboy, "il mio cellulare è anche piccolo. Mica come il tuo che è un enorme Aifòn" (si scrive così, fatevene una ragione).

Lui va in All In, mi costringe a mollare la partita. "Peggio!! Più è piccolo e più forte è la carica. A quell'uomo lì gli s'è bruciato tutto l'orecchio destro. S'è salvato, eh, dal cancro. Ma ora vedessi come sta. L'hanno dovuto ricostruire".
Le mie orecchie, le mie bellissime orecchie..
"Tu non sai i danni che può fare stare attaccato al cellulare quando ti chiamano..."
Parla. Cosa succede? Salvami.
"Tu tieni il cellulare nella tasca, giusto? Ecco, alla lunga potrai diventare impotente, o sterile, o tutte e due le cose!"

(Salve, bella signora. Posso invitarla ad uscire con me? Le sta molto bene questo vestito, la rende sinuosa).
"Ah, e non ti venga in mente di tenerlo nel taschino del giubbotto. Lì ti prende il cuore, ancora peggio". (Mah, punti di vista).
"L'unico modo che hai per salvarti," dice, "è con l'auricolare. L'auricolare è la salvezza. La tua luce. Usalo e potrai parlare in totale tranquillità".
Eccola, la scala reale. Ha usato tutte le carte giuste per farmi perdere. Ha bleffato, lo so, ma non so quando.
("Piccolo bastardo, ci siamo di nuovo. Sono tua moglie rompicoglioni").

E non so perché, ma questa fisima assume le sembianze di un logo Vodafone. Forse è perché sono passato a Wind? Forse sì. E la Vodafone mi vuole morto, manda energia negativa sul cellulare. E se ci stessero segretamente ascoltando via satellite?

Adesso per fortuna sono un uomo migliore, più sano. Ho ripreso dalla scatolina del mio cellulare l'agognato auricolare. L'ho sempre amato inconsciamente, giuro. E' per quello che è rimasto lì a prendere polvere, fin da quando avevo il Motorola.
Ma adesso sto benone, davvero. Io e mia moglie conviviamo benissimo e stiamo coltivando un'altra fisima bellissima. Come cresce, la nostra bambina..
Si chiama "terrore di non riuscire a disincastrare i fili dell'auricolare". Metto un attimo in tasca, lo appoggio soltanto e FRRR! si intrecciano.
Grazie, amico mio. Mi hai salvato dal cancro e mi hai reso un esperto sfilatore di fili.

Adesso però devo andare. Mi stanno chiamando.
A voce, per fortuna.

mercoledì 6 marzo 2013

ODIO QUEI PUPAZZI

DISCLAIMER: POST DALL'ALTO VALORE GIORNALISTICO
Cerchiamo di deviare la traiettoria polemica verso un argomento leggermente più frivolo. Ma veramente quelle antipatiche mascotte che ci propinano in televisione otto volte al nanosecondo funzionano?

Quei terribili pupazzoni che ballano, messaggiano, cantano, giocano a tennis e ne sanno una più del diavolo (eccomunque sicuramente più di me) sulla telefonia, sono una strategia vincente?
Aiutatemi, studiosi del marketing. Sul serio quel simpaticone (one, one, one..) dell'orso Bruno può invogliarmi a sottoscrivere un contratto con la Vodafone?
E anche quel pinguino?? No, parliamone.
Ma non vi viene piuttosto voglia d'imbracciare un fucile, correre al polo Sud e impallinarlo?


(Ti odio illimitatamente)


Pingu, perchè ti sei ridotto così?
Va bene riciclarsi, ma mi sei caduto così in basso. Ricordo i tuoi esordi, quando andavi a scuola di dizione con Silvio Muccino e m'incantavi con le tue storie familiari. Poi crescendo mi sei passato ai Polaretti Dolphin, e infine a questo scempio.
Ti sei venduto al marketing più spietato. Mi sembri Svarzeneggher in Giappone:


(Eccezionale, vero?).

E l'orso bruno?

Nome nuovo, look da giovane, ma è lo stesso che cantava nella casa blu. Addio, addio. Amici, addio!
Sarebbe stato meglio, Bruno. Una fine gloriosa sulle note di Luna e l'orso nella casa blu.

E invece eccoli qui, a fare i buffoni con i cellulari.

Ridatemi Megan Gale.

E un contratto Vodafone, grazie.

venerdì 1 marzo 2013

LA PERICOLOSA ONDA GRILLINA


Com’è possibile non rendersene conto?

Ho diversi amici che hanno votato il M5S. Gente che ha studiato, che continua a farlo, che reputo  intelligente, onesta, e che senz'altro ha letto sui libri di storia il modo subdolo e silenzioso con cui si forma un regime, in cui tutti hanno la stesso pericoloso ideale.

Nessuno si dissocia da quello che dice Grillo. E' perché la pensano ugualmente o perché si uniformano alla voce del capo?

Possibile che abbraccino qualunque cosa esca dalla bocca di quell’egocentrico pagliaccio?
Le parole che dice durante l'intervista alla BBC sono sconcertanti:
Questa è già una rivoluzione, è già cominciata. Non si può più fermare. Non l'ho voluta io, non è mia."
Delirio d'onnipotenza.

Praticamente è un'onda. Un'onda inarrestabile, ed è normale che la gente non l'avverta: chi ci sta sopra la surfa, la cavalca con grande entusiasmo. Allora i casi saranno due: O l'onda si sgonfierà lentamente, oppure diventerà talmente tanto grossa che sfuggirà al controllo del surfista e sarà impossibile da dominare. In ogni caso quella gente e la sua tavola finiranno nell'acqua, in ogni caso. Nella seconda eventualità, però, sarà con la privazione di una libertà o di un diritto.

Vico, i ricorsi storici, sono cose banali da ricordare. Riacciuffate un libro, prendete i vecchi appunti e rileggetevi come si genera un’onda o, per smetterla con le metafore Bersaniane, come nasce una dittatura. Certo, dittatura non si può dire. "Come sei esagerato, Alessandro."

(Dunque spiegatemi allora in che modo nasce una dittatura, e se non trovate analogie con la nostra situazione, allora potrete smettere di leggere da questo momento).


Provo a dirlo io: una dittatura nasce quando c’è una forte disperazione – economica, morale, politica e di valori – che i cittadini non sono più disposti a tollerare. Hanno bisogno di speranza, di nuova linfa per tornare a sperare in un futuro migliore. Arriva allora il carismatico di turno, il quale indica fin da subito di chi è la colpa, fornisce la più ovvia delle soluzioni e incita i suoi sostenitori a sentirsi uniti, coesi, perché solo così quest’idea potrà cambiare il paese. Poi si cerca di dare un’identità a questo partito, sempre di più, affinché si distingua dalla vecchia politica. Oggi è un modo di vestirsi, domani di salutarsi.

Proposta di un manifestante (sgrammaticata), riportata su sito del Movimento, per la quale c'è chi si dissocia, ma che rende comunque l’idea del baratro in cui rischia di scivolare il Movimento 5 Stelle se la situazione gli dovesse sfuggire di mano:


"GLI ELETTI DEL M5S SI VESTINO DI BIANCO IL PRIMO GIORNO
Per distinguervi dal grigiore degli altri - per farvi riconoscere da chi vi ha votato - per avere un impatto visivo senza precedenti quando fotografi e telecamere inquadreranno l'aula dall'alto - perchè il bianco è il simbolo di purezza, onestà e trasparenza - perchè è una cosa che non ha mai osato nessuno in nessuna parte del mondo: lasciamo un segno nella storia"
Lasciare che le cose vadano come devono andare non è la tattica migliore, caro Grillo. La politica non è viscerale, non è costruita con sentimenti istintivi, ma con la passione, la forza e la dedizione nel lavorare per il proprio paese. La politica va controllata, non dominata. Bisogna amministrare il potere che si ha, non lasciare che faccia il suo corso, altrimenti presto diventerà incontrollabile ed estremamente pericoloso.

Grillo (perché a questo punto mi pare di capire che è lui che decide e non il movimento come lui stesso invece rassicurava) faccia quello che vuole, ma che la smetta di aizzare la folla con promesse che, tra le altre cose, ora potrebbe mantenere se solo sapesse darsi una calmata e iniziasse a ragionare.

La democrazia si (ri)costruisce lentamente, non invitando i partiti che - comunque - rappresentano una grossissima fetta dell’elettorato ad andarsene.

Bene o male sono tutti al 30%, chi più e chi meno, escludendo premi di maggioranza (che comunque ha il PD), quindi la smetta di pensare di trovarsi in una posizione privilegiata rispetto agli altri.

O sul serio crede che il Movimento 5 Stelle abbia vinto le elezioni?


I militanti del Movimento gli hanno dato una grande possibilità, quindi adesso deve smetterla con la sua politica da muro contro muro e iniziare a collaborare come si fa in qualunque democrazia. Collaborare, che è diverso dall'inciuciarsi.


Ci pensi bene, Grillo, invece di frinire.


P.s. Spero di riuscire a smettere di scrivere post su Grillo. Cercherò di guarire al più presto.