mercoledì 27 febbraio 2013

BRAVO M5S, MA GRILLO SI FACCIA DA PARTE

Il Movimento 5 Stelle è praticamente il vincitore di queste elezioni e mi sta bene.

Mi sta bene, nonostante non abbia mai visto di buon occhio, e continui a farlo, chi predica facili soluzioni senza spiegare il modo in cui potrà applicarle; eppure lo fa, basandosi molto sull'entusiasmo e la rabbia, due sentimenti che perlomeno smuovono le persone, anche se non sempre verso le giuste direzioni.
Ma tutto sommato mi sta bene. Ormai è andata, e mi auguro vivamente che un partito tanto acclamato come quello del 5 Stelle possa veramente cambiare qualcosa. Sono scettico, lo ammetto, ma ormai è passato dall'essere concorrente a convivente politico, quindi ciò che sceglierà, bene o male, sarà per il bene di tutto il paese. 

A questo punto, però, mi aspetto delle risposte coerenti sul caso Grillo. Il Movimento e Grillo sono sempre state due cose scisse e definite. In molte discussioni ho notato che diversi militanti ci tenevano a precisare che "Grillo non è il Movimento, è solo un rappresentante, un delegato" e anche "Non pensate a lui, pensate alle idee che esprime, quelle insite nei suoi discorsi". 

Quando avanzavo delle proteste sullo stile scorretto - a mio dire -  e ignorante del comico genovese, venivo sempre stoppato perché tanto non era lui a costituire il Movimento, quindi i suoi "errori" si dissociavano dal partito che lui stesso aveva partorito.
Il Movimento è fatto di cittadini comuni, di gente come me e te, mi sentivo dire.

Quindi bisognava premettere che il genovese sarebbe stato semplicemente un coordinatore esterno, uno che avrebbe parlato con il suo carisma, ma che poi, a obiettivo raggiunto, avrebbe lasciato il posto a chi in Parlamento ci sarebbe andato davvero (lui no, dichiaratosi incandidabile secondo un corretto principio di coerenza: chiede un parlamento pulito e lui, in quanto condannato, non ne farà mai parte).
Allora oggi leggo sul suo blog il post "Bersani, Morto che parla" in cui si dimostra più egocentrico e fissato di quanto non volesse far credere finora.
Innanzitutto ne contesto, oltre che il contenuto, anche lo stile con cui si rivolge ai suoi interlocutori. Rigor Montis, Waterloo Veltroni.
Tutti soprannomi che potevano divertire quando la protesta veniva da lontano, era sincera e quasi divertiva. Ma adesso che il Movimento è dentro, che deve necessariamente collaborare per costruire e non più smontare, ci si attende che i toni siano perlomeno più seri.

Mi lascia perplesso anche la chiusura di Grillo al Pd senza che abbia interpellato coloro che l'hanno fin qui sostenuto, quelli che hanno creduto in una democrazia piena e diretta, anche su internet. E m'infastidisce pensare che il suo attacco a Bersani possa derivare da fatti personali. Non a caso, nell'elenco di citazioni che ha riportato nel post per spiegare i motivi per cui non accetterà una fratellanza col PD ci sono solo attacchi che Bersani avrebbe rivolto a Grillo (e Grillo soltanto), quindi non al M5S, in quanto due cose diverse. Grillo non è il M5S, lo rappresenta solamente. Ciò che contano sono le idee.
E io in quelle idee adesso ci voglio almeno sperare. Il comico Grillo non mi piace, ma attaccare lui non significa necessariamente sminuire la bontà di un Movimento, che invece sarà fatto senz'altro da persone oneste e capaci.

Beppe Grillo ha dato una scossa forte, ma il suo tempo è finito. Lasci conoscere alla gente che l'ha votato e all'Italia intera chi governerà il nostro paese. Li faccia parlare quelli che ha tenuto all'ombra dei suoi comizi. Adesso è finito il tempo dei Vaffa e degli schiaffoni metaforici.
Mi aspetto e spero che il Movimento si evolva in qualche cosa di concreto, che compia un processo di crescita intellettuale e politica, così come il paese che governerà (insieme al PD, mi auguro).

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