giovedì 1 dicembre 2011

5 BUONI MOTIVI PER NON GUARDARE LA TV

La televisione. Una scatola illuminata che irradia suoni ed immagini, un grande circo dell'allegria e del passatempo che finora ha fatto compagnia agli italiani. Ma è proprio necessario guardarla? Adesso che ci sono tante alternative per passare il tempo, per informarci, per divertirci, perchè non ci guardiamo intorno e non clicchiamo definitivamente il tasto di spegnimento del telecomando?
Ecco, per me, quali sono i 5 buoni e semplici motivi per staccare le pile dal vostro telecomando e riutilizzare la tv al plasma come solido tavolino:


1. La scarsa informazione.

Diciamoci la verità, internet è un canale completo e ricchissimo, basta sapercisi muovere un pò ed è possibile sapere tutto. La televisione è invece un monologo lungo e incompleto. I telegiornali offrono spesso un'informazione unilaterale, di parte e solo accennata. Perchè dovremmo farci sparare addosso solo informazioni filtrate, striminzite, raccontate da poche voci?



2. I dibattiti.

Questo è un punto da sottolineare. E' insopportabile assistere alle discussioni alla tv dove ognuno interrompe l'altro, spesso sbraitando, giocando a chi urla di più e copre la voce dell'altro ospite. I cosiddetti salotti televisivi sono diventati un scuola materna per scimmie incattivite. E il telespettatore forse non se ne rende conto, ma mentre assiste a quelle scene si carica d'ansia e apprensione. E non intende nulla.
A che serve insegnare ai nostri figli a parlare uno alla volta, ad alzare la mano quando sono a scuola, quando alla tv si vedono scene di questo tipo?


3. L'intrattenimento. 

I buoni format non esistono più, oppure sono altamente scadenti. I produttori televisivi sembrano aver perso la verve e la creatività necessaria per intrattenere lo spettatore. Si vanno a rubare le idee altrove, in altri paesi perchè non si riesce a creare qualcosa di nuovo, a dare una svolta. Abbiamo fatto indigestione di talent show, di reality, di quiz show, programmi che non regalano nulla se non qualche ora di completo sbando cerebrale. Fortuna che quest'anno abbiamo qualcosa di nuovo: il Grande Fratello 12.


4. Il linguaggio.

Dante aveva scritto la divina commedia in vulgo, in lingua volgare, cioè quella del popolo, ma perchè all'epoca la gente comune non avrebbe capito il colto italiano. In Italia, per vulgo s'intende letteralmente "volgare", cioè quella del burino, del contadino, di quello che usa la parola come strumento d'offesa, spinto da una rabbia istintiva e incontrollata. Aò! Ma vaff..! Fai schifo! 
Si da valore al proprio dialetto solo riportandolo in chiave offensiva e sboccata. 
E' più vera, dicono. E' più vicina al linguaggio usato dalla gente comune. Il che può anche essere vero, ma il contesto in cui certe espressioni possono essere usate è un fattore fondamentale. Siamo nella tv, lanci un messaggio al mondo, mica al porto di Genova a scaricare containers.


5. Imbambolamento.

I messaggi lanciati dalla televisione sono diretti e costanti. Idee e pareri possono essere creati subdolamente, attraverso poche immagini o parole dette e ridette. Il motto "l'ha detto la televisione" è sempre stato modo per giustificare un'idea su cui avevamo sollevato dei dubbi, ma che poi ha prevalso evitandoci il difficile sforzo di pensare con la nostra testa. Il mondo vasto della televisione diventa una realtà assoluta, una verità ufficiale e ineccepibile.