giovedì 2 dicembre 2010

WIKILEAKS, LE INFORMAZIONI SONO DI TROPPO?

Segreto: dal latino secretum, sostantivo dell'aggettivo secretus
La bomba è scoppiata il 29 Novembre, con 3 ore d'anticipo rispetto al timer previsto da Wikileaks. Wikileaks, il sito che tutti i governi temono da quando, nel 2006, ha iniziato a rendere pubbliche moltissime scomode informazioni riguardanti faccende scandalose come il campo di prigionia di Guantanamo. Da allora le fughe di notizie sono diventate sempre più frequenti e sconvolgenti, mettendo talvolta alla berlina i più potenti governi del mondo, soprattutto quello americano. Inutile smentire ciò che viene fuori da quel sito, le fonti sono tanto segrete quanto, come scoperto successivamente, veritiere. Adesso su Julian Assange, il fondatore del sito-spia, pende un mandato di cattura per violenza sessuale e stupro ed è tutt'ora nascosto in chissà quale meandro del globo. Non sappiamo se tale accusa sia un tentativo maldestro di infangare e rendere meno credibili le parole del programmatore australiano, tuttavia le notizie che il sito ha estrapolato da tanti informatori anonimi hanno destato molto scalpore. A partire dai documenti riguardanti l'uccisione e l'occultamento dei cadaveri di civili afghani, passando per quelli relativi alla gestione dei campi di Guantanamo fino a quelli che sancivano un complotto contro i membri del governo somalo da parte dello sceicco Hassan Dahir Aweys, tali rivelazioni hanno avuto sempre un importante e scandaloso riporto mediatico. I governi sono stati spiazzati, colti impreparati da quei documenti che nonostante non fossero catalogati come "top secret" dovevano rimanere nascosti agli occhi della gente comune.

Eppure fra tutte le informazioni che il sito ha finora rivelato, queste che ha sventolato al mondo nei giorni scorsi hanno fatto tremare un pò di più. Paradossalmente, le rivelazioni più sconvolgenti non hanno niente a che fare con chissà quale scioccante segreto statunitense riguardante Area 51 o una nuova bomba su Hiroshima. Nulla di tutto questo, per fortuna. Esse riguardano i documenti che svelano le opinioni del governo americano su tutti gli altri principali paesi del mondo. Nessuna informazione segreta, nulla di così epico o scandaloso. Ma allora come mai ha fatto così scalpore? Perchè è così pericoloso quello che è stato detto?


Premetto che trovo eticamente giusto cercare di mettere a fuoco ogni aspetto nascosto dei governi, affinchè si possa porre realmente in discussione l'operato di coloro che tengono in mano il mondo, e trovo perciò molto importante il ruolo che svolge Wikileaks a tal proposito. Ciononostante ho l'impressione che certe notizie vadano dosate, tenendo conto dei soggetti menzionati e dei ruoli che ricoprono nella politica mondiale. Quando vengono raccolte e diffuse parole dure nei confronti del Presidente del Consiglio italiano, nei confronti di Sarkozy, della Russia e di tanti altri leader e i loro relativi paesi è bene essere accorti. Intelligenti.

Occorre un'inteligenza tattica nel diffondere alcune notizie, perchè credo che l'uomo non sia sempre pronto ad affrontare tutto ciò che gli viene detto. Talvolta deve assorbire piano piano, farsi una ragione, comprenderne il significato e il contesto, infine trarre le sue conclusioni.

Sia ben chiaro, sono d'accordo con l'idea che la verità deve sempre venire fuori, per un sano principio di trasparenza e di lucida informazione, ma in alcuni casi occorre un silenzio momentaneo per evitare di accendere tensioni inutili.
E personalmente credo che Wikileaks abbia sbagliato la modalità con cui ha reso pubbliche queste rivelazioni.
Ovviamente da questo discorso va tolta l'importante indiscrezione secondo cui gli USA avrebbero spiato i leader dell'ONU, perché questo rientra nei "segreti" che secondo me è necessario svelare.
Per quanto mi riguarda questi documenti rappresentano il governo americano intento ad esprimere i pareri sugli altri leader mondiali. Teoricamente potremmo porre questa conversazioni alla stregua di alcune chiacchiere da bar. Possono essere ingiuste, non condivisibili, inaccettabili, ma su questo ci lavoreranno gli addetti stampa e comunque non accendono quell'interesse vivo che tutti sperano.


A questo punto possiamo farci un'idea di quello che realmente pensano gli Stati Uniti su Berlusconi, su Putin, su Ahmadinejad.. ma non sono sicuro che il gioco sia valsa veramente la candela.


Poichè questi pensieri probabilmente sono gli stessi, oppure no, di tante altre persone e che quindi non dicono nulla di nuovo, si rischia, di fatto, di scatenare una serie di reazioni che possono realmente incrinare i già difficili rapporti tra le varie potenze mondiali e in un momento difficile e teso come questo è possibile aspettarsi qualche azione di orgoglio da parte di qualche leader potente.


Sono note a tutti le difficoltà che ci sono tra i paesi con culture e religioni diverse nel trovare accordi ed a instaurare rapporti pacifici e non ostili. Perciò un parere diretto, divulgato citando le testuali parole in riferimento alle altre maggiori potenze mondiali, può portare ad uno squilibrio molto pericoloso. Una guerra, prima di diventare tale, passa attraverso le difficoltà di comunicazione, le ostilità e le tensioni. I passi sono brevi, soprattutto se le nazioni coinvolte hanno potenti armi di distruzioni di massa ed hanno già minacciato di usarle.
La politica e la verità non sono mai andate a braccetto e un motivo a quanto pare c'è.


Bene o male tutti sanno che cosa pensano le nazioni l'uno dell'altro, ma mai nessuno lo dice pubblicamente. I difficili rapporti tra la Russia e gli USA sono noti già sui libri di storia, Berlusconi che non gode della fiducia del governo americano si può intuire, ma mai nessuno lo afferma con parole dure e dirette. Perchè la politica è questo. La politica è fatta di parole, di messaggi reverenziali e di comunicati ufficiali.
Non sentiremo, o almeno non dovremmo sentire, un leader che all'ufficio stampa getta accuse su un governo utilizzando parole incivili. Succederà senz'altro, perchè la politica a volte diventa anche questo, ma si fa sempre il possibile perchè ciò avvenga il più tardi possibile.
Per questo spero che Wikileaks sappia usare al meglio le sue informazioni, perché a volte una parola, una notizia può essere un'arma molto potene, ed occorre pertanto saperla maneggiare.
Wikileaks è come un poliziotto che va in giro con una pistola carica di munizioni; può usarla per fare giustizia, ma deve saper valutare attentamente quando è il caso di estrarla dalla fondina e quando no, altrimenti la situazione potrebbe degenerare.